Un’occasione per stare insieme, per conoscersi, per giocare e divertirsi, per condividere le esperienze fra famiglie spesso stanche, affannate, appesantite, ma “speciali”, perché sempre pronte ad affrontare ogni nuovo giorno con la voglia di progredire. Questa è stata per Breccia la domenica 8 aprile.
È stata una domenica vissuta insieme dai bambini, dalle famiglie e dagli operatori di Una breccia nel muro di Roma e di Salerno. “Abbiamo organizzato questa giornata per creare un ponte tra i Centri ‘Facciamo breccia’ delle due città e tra le famiglie che hanno scelto di fare un percorso con noi. È bello vedere i bambini divertirsi e le famiglie incontrarsi in una quotidianità diversa dalla solita”, dice Paola Postiglione, psicologa e referente organizzativa del centro salernitano. “É stata una bellissima occasione di incontro tra i centri gemelli di Roma e Salerno, che, distanti nello spazio, portano avanti in modo coordinato i rispettivi progetti e l’azione di cura in favore dei bambini con disturbo dello spettro autistico”.
Le parole di Tiziana, una delle mamme del centro salernitano, raccontano bene il significato di questa domenica insieme: “Giornata meravigliosa, trascorsa tra giochi, risate e divertimento. È in queste incantevoli giornate che per un po’ ci si dimentica dell’autismo e dei suoi piccoli ed enormi limiti”. Effettivamente, la giornata ha dato ai bambini e ai loro genitori e fratelli la possibilità di divertirsi liberamente, partecipando a giochi e attività preparati per loro sul campo dello stadio Figliolia di Baronissi, in provincia di Salerno. È cominciato con i giocatori della squadra locale di prima categoria, Olympic Salerno, che sono entrati in campo tenendo per mano i bambini della Breccia nel muro per giocare la partita contro il Giffoni Sei Casali. A chi sa poco sull’autismo questo può sembrare semplice e naturale; ma non è così. Perciò, famiglie e operatori hanno guardato con soddisfazione e gioia i bimbi, tutti nelle loro magliettine gialle, dare la mano agli atleti e camminare insieme verso il centro del campo, con serenità e compostezza, sotto il sole caldo e splendente che la giornata ha regalato.
Durante la partita, nel campetto accanto a quello principale, i bambini hanno continuato a giocare e a comporre un puzzle gigante, passandosi i pezzi e scoprendo, costruendola pezzo dopo pezzo, l’immagine di un girotondo e la scritta “insieme”, espressiva non soltanto dell’incontro di Olympic con Breccia, ma dello stare insieme delle famiglie, condividendo esperienze e sentimenti.
Al termine della partita, la giornata è proseguita nel Centro “Facciamo breccia” di Salerno. I bambini si sono divertiti nello spazio giochi esterno e nella palestra. Poi tutti a pranzo organizzato da Breccia nel cortile – genitori, bambini, fratellini, amichetti, nonni, operatori e staff – per consolidare la rete di conoscenza e condivisione avviata la mattina. Si è creato, in modo sorprendente, un clima di serenità, gioia e voglia di vivere: una giornata “spensierata” che non capita sempre alle famiglie. Così la descrive Augustina, una mamma del Centro di Roma, su Facebook: “Oggi il Centro di Breccia a Salerno ci ha accolti e ospitati insieme a tante altre famiglie. Un’avventura che ci ha regalato tanti sorrisi e ci ha fatto tornare a casa più forti di ieri”.
Di questa forza in più, regalata da una giornata di sport, divertimento e conoscenza, si deve gioire, insieme.
Serena Caracciolo, psicoterapeuta, Centro “Facciamo Breccia” di Salerno
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